Torna l'appuntamento con Teaser Tuesdays rubrica ideata dal blog Should be Reading, che posto ogni martedì.
Le regole sono semplicissime e tutti possono partecipare e condividere con i propri teaser!
Ecco le regoline!
- Prendi il libro che stai leggendo;
- Aprilo in una pagina a caso;
- Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser")
- Attento a non fare spoiler!!
- Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.
Andiamo un po' a vedere cosa ho scovato io oggi!
Da "Legend" di Marie Lu, un romanzo distopico appena iniziato di cui presto uscirà il seguito. Per ora rientra nei miei gusti, si legge che è un piacere!
Pagina non pervenuta perché lo leggo in ebookJUNE
ORE 20.00 CIRCA.
TEMPERATURA VICINA AI 26 °C.
IL RAGAZZO E IO SIAMO SEDUTI INSIEME in un altro vicolo, con Tess che dorme a poca distanza da noi. Lui le ha dato di nuovo la sua giacca. Lo osservo mentre si accorcia le unghie, grattandole con la lama del suo coltello. Per una volta si è tolto il berretto dalla testa e si è pettinato il groviglio di capelli.
È di buonumore. «Vuoi un sorso?» mi chiede.
Tra noi due c’è una bottiglia di vino di nettare. È un intruglio scadente, probabilmente ricavato dall’insipida uva di mare che cresce nell’oceano, ma lui si comporta come se fosse la cosa migliore al mondo. Nel pomeriggio ne ha rubata una cassa da un negozio nel settore Winter e ha rivenduto tutte le bottiglie tranne questa per un totale di seicentocinquanta banconote. Non smette di stupirmi quanto si muova svelto nei settori.
La sua agilità è pari a quella dei migliori studenti della Drake.
«Solo se lo bevi anche tu» rispondo. «Non posso permettere che nemmeno un goccio di refurtiva vada sprecata, giusto?» Mi sorride. Lo guardo infilzare il coltello nel tappo della bottiglia, tirarlo fuori con uno strappo e reclinare la testa per una lunga sorsata. Quindi si passa un dito sulle labbra e torna a sorridermi.
«Delizioso» dice. «Assaggia.» Accetto la bottiglia e bevo un minuscolo sorso prima di restituirgliela. Retrogusto salino, come immaginavo. Se non altro allevierà il dolore al fianco.
Continuiamo a bere a turno – grandi sorsi per lui, piccolo assaggi per me – finché il ragazzo non tappa la bottiglia: sembra metterla via nell’istante esatto in cui si accorge di perdere lucidità. Anche se è così, i suoi occhi appaiono più languidi e le sue iridi azzurre acquistano una squisita lucentezza.
Può darsi che non voglia perdere la concentrazione, ma si vede che il vino l’ha rilassato. «Allora dimmi,» decido di chiedergli «come mai ti servono così tanti soldi?» Il ragazzo scoppia a ridere. «Dici sul serio? A chi non servono più soldi? Se ne possono mai avere abbastanza?»
«Ti piace rispondere alle mie domande con altre domande?» Ride di nuovo. Ma quando parla, la sua voce ha una nota di tristezza.
«I soldi sono la cosa più importante al mondo, lo sai. Con i soldi puoi comprarti la felicità e non m’importa quello che pensano gli altri. Ti ci puoi comprare aiuto, posizione sociale, amici, sicurezza... tutto quello che ti pare.» Osservo i suoi occhi perdersi nel vuoto, e dico: «Sembra che tu abbia fretta di metterne via più che puoi».
Mi guarda divertito. «Perché non dovrei? Probabilmente tu hai vissuto per strada quanto me.Dovresti conoscere la risposta, no?» Abbasso lo sguardo. Non voglio che veda la verità. «Immagino di sì.» Rimaniamo seduti in silenzio per un po’.
Aspetto i vostri Teaser!
«Non c’è nulla da ridere, sciocco di un Venator.»
RispondiEliminaPer risposta Bor rise ancora di più.
«Smettila!» urlò Asia rialzandosi con immensa goffaggine.
«Molto atletica, non c’è che dire.»
Asia mise il broncio come una bambina piccola e quell’espressione ricordò al Venator i bei momenti passati insieme, quando prendersi in giro era piacevole oltre che divertente.
Bor cercò di darsi un contegno. «Hai ancora male alla spalla? Se vieni qui, vicino a me, ti metto un altro po’ di pomata magica…»
Asia non rispose e rimase a fissarlo con intensità. «Ora capisco perché si è cicatrizzata tanto in fretta. Hai usato quelle diavolerie dell’Avatara su di me, sai che la magia nera non rientra tra le cure che preferisco.»
«Se non l’avessi usata, adesso saresti ancora a letto immobilizzata dal dolore, mia cara e cocciuta Asia. Ora non fare la bambina e vieni qui che te ne spalmo un altro po’.»
Mentre si avvicinava a lui, che le aveva dato le spalle e frugava con vigore nella sacca, sussurrò, quasi non volesse davvero essere udita: «Grazie. Grazie per avermi chiamata Asia».
Bor si volse verso di lei, stupito. Poi, come se avesse ricevuto un’illuminazione commentò: «Ti chiamo ragazzina solo quando mi fai arrabbiare».
(versione digitale di R.I.P. Requiescat In Pace di Eilan Moon)
A un tratto, Dimitri si fermò di colpo e si voltò verso di me, bloccandomi la strada. Anch’io mi arrestai di botto e per un pelo non gli andai addosso. Lui allungò una mano per prendermi un braccio e attirarmi a sé più vicino di quanto avrei pensato fosse disposto a fare in pubblico. Le sue dita affondavano nella mia carne, ma senza farmi male.
RispondiElimina«Rose» disse, con una voce così addolorata da ferirmi, «non era oggi che dovevo venire a sapere di questa storia per la prima volta! Perché non me l’hai detto? Lo sai cosa significa? Lo sai com’è stato per me vederti in quello stato e non sapere cosa ti succedeva? Lo sai quanto ero spaventato?»
Ero molto turbata, sia dal suo sfogo che dalla sua vicinanza. Deglutii, incapace di dire una sola parola. Il suo viso mostrava così tante emozioni.
Non riuscivo a ricordare l’ultima volta che si era esposto in quel modo. Era meraviglioso e terribile al tempo stesso. Poi dissi la cosa più stupida del mondo. «Tu non hai paura di niente.»
«Io ho paura di un sacco di cose. Ho avuto paura per te.» Mi lasciò il braccio e io feci un passo indietro. C’erano ancora passione e angoscia dipinte sul suo volto. «Io non sono perfetto. Non sono invulnerabile.»
«Lo so, è solo che…» Cos’altro dire? Aveva ragione. Vedevo sempre Dimitri come una roccia. Incrollabile. Invincibile. Era difficile credere che
potesse preoccuparsi così tanto per me.
(da "Il bacio dell'ombra" di Richelle Mead)
Non sono abituata al freddo. Ma presto lo sarò. Devi affrontare le tue paure. Mio padre lo diceva sempre. Devi semplicemente affrontarle.
RispondiEliminaE così, per affrontarle, le elenco tutte. A ogni passo scivoloso sulla pista verso il terminal ne sussurro una diversa.
Cheimatofobia.
Frigofobia.
Criofobia.
Cheimafobia.
Ma chiamarle per nome non migliora le cose.
(Need - L' Amore che Vorrei di Carrie Jones.)
TOBIAS E IO CI FISSIAMO. I SUOI OCCHI BLU , DI SOLITO COSì ASSORTI, ORA SONO DURI E INQUISITORI, COME SE MI STESSERO STRAPPANDO LA PELLE STRATO PER STRATO PER ANALIZZARNE UN PEZZO ALLA VOLTA.( ............) "PENSO CHE IL BUGIARDO SIA TU!" ESCLAMO CON VOCE TREMANTE. "TU DICI CHE MI AMI, CHE TI FIDI DI ME, CHE MI CONSIDERI PESPICACIE. MA POI, NEL MOMENTO STESSO IN CUI QUESTA STIMA, QUESTA FIDUCIA, QUESTO AMORE VENGONO MESSI ALLA PROVA, CROLLA TUTTO." STO PIANGENDO, MA NON MI VERGOGNO DELLE LACRIME CHE MI SCIVOLANO SULLA GUANCIA O DELLA MIA VOCE STROZZATA. (Insurgent- Veronica Roth)
RispondiEliminaLa notte era così buia e pesante da mozzare il respiro. Jacko e Odyssea camminavano in mezzo a falde di foschia tanto fitta da sembrare solida. I lampioni erano solo ombre giallognole disseminate nell’oscurità. A un certo punto lui le afferrò la mano.
RispondiElimina«Altrimenti rischi di perderti», le spiegò con tono incolore.
Dopo un tempo troppo breve per Odyssea, che stringeva la mano di Jacko come se volesse fondersi con essa, la facciata dell’edificio scolastico apparve dentro la nebbia. Il gufo li fece entrare non appena sfiorarono il portone. Nonostante l’interno della scuola fosse buio, l’atrio sembrò addirittura arioso confrontato con la caligine umida respirata fino a quel momento. I loro occhi si abituarono ben presto all’oscurità.
«Fai strada tu», le sussurrò Jacko in un orecchio. Benché non ne avesse alcuna voglia, Odyssea provò a staccare la mano da quella di lui, per dimostrargli che non c’era più timore che si perdesse, ma Jacko continuò a serrarla con aria indifferente.
(Odyssea:Oltre le catene dell'orgoglio - A.Giusti)
Storia catastrofica di te e di me di Jess Rotherbeg
RispondiEliminaChe tu sia felice o disperata
angosciata o serena
allegra o tormentata:
vivi nel giusto e avrai la pace.
La pace è il dono piú grande della vita
dopo l’amore.
Possa l’amore esser sempre con te.
Mi chino e piego le ginocchia. Il martello rotea sopra la mia testa talmente rapido che il metallo sibila. Il mio aggressore sogghigna, un verso sommesso, riecheggiante. Alzò lo sguardo e per la prima volta da quando affronto un fata il terrore mi gela
RispondiEliminaLa Cacciatrice di Fate di Elizabeth May