Atelier dei Libri: Recensione "Ci proteggerà la neve" di Ruta Sepetys

venerdì 27 gennaio 2017

Recensione "Ci proteggerà la neve" di Ruta Sepetys



Oggi, per la giornata della memoria, ho deciso di recensire un romanzo letto tempo fa e amato con tutta l'anima. Si tratta di "Ci proteggerà la neve" di Ruta Sepetys, che racconta di un particolare evento legato alla Seconda Guerra Mondiale, narrato però attraverso gli occhi di un gruppo di ragazzi. Un libro forte e disarmante, che mi ha scavato un solco nel petto e che vi racconto con timore, sperando di onorarne la bellezza.

Titolo: Ci proteggerà la neve (autoconclusivo)
Data di pubblicazione: 22 Settembre 2016
Autrice: Ruta Sepetys
Editore: Garzanti
Prezzo: 16, 90 €

Pagine: 368





Joana ha 20 anni ed è fuggita dal suo paese, la Lituania. È fuggita da una colpa a cui non riesce a dare voce. Ma ora davanti a sé ha una distesa di neve e un nuovo nemico: è il 1945 e il Terzo Reich è invaso dai russi. Lei non può che scappare verso l’unica salvezza possibile: una nave pronta a salpare nel mar Baltico. Il porto è lontano, chilometri e chilometri fatti di sete e fame. Accanto a lei ci sono altre anime in fuga: Emilia, una ragazza polacca che a soli 15 anniaspetta un bambino, e Florian, un giovane prussiano che porta con sé un segreto inconfessabile. I due hanno bisognodi Joana. Perché la ragazza sa che non si finisce mai di combattere per la propria vita, ed è pronta ad affrontare ogniostacolo. Finché guardando in alto vedrà un cielo infinito pieno di neve, il suo candore le darà la forza per nonarrendersi.
Appena uscito, Ci proteggerà la neve è salito in vetta alla classifica del «New York Times». Dopo lo straordinario successo di Avevano spento anche la luna, oltre 100.000 copie vendute in Italia, Ruta sepetys torna a raccontarci un episodio veramente accaduto che dà voce a una pagina dimenticata della storia: lituani, polacchi, prussiani, per la prima volta insieme, in fuga verso la salvezza. Passati e persecuzioni diversi uniti dal sogno per la libertà. Un libro sul coraggio, sui segreti che danno la forza per lottare, sulla speranza che è in grado di scalfire anche il muro più alto fatto di odio e paura. 



La mia recensione

La guerra è una catastrofe. Spezza famiglie in cocci irreparabili. Ma non è detto che coloro che se ne sono andati siano persi.

Alle volte un libro è molto più che un insieme di carta e inchiostro. Alle volte, un libro è un portale, capace di trasportarti indietro nel tempo, in un luogo sconosciuto che però diventa casa, nelle vite di estranei che presto diventano fratelli e sorelle. "Ci proteggerà la neve" di Ruta Sepetys, vincitore dei Goodreads Choice Awards 2016 nella categoria YA, è proprio quel tipo di libro e io non posso che consigliarvi di leggerlo e lasciare che vi entri nel cuore. 
Ma preparatevi, perché tra le sue pagine non troverete solo miele e poesia, bensì anche lo sferzante dolore della Seconda Guerra Mondiale, raccontata attraverso gli occhi di un gruppo di giovani in fuga dall'avanzata Russa, dopo la caduta di Hitler. 
So che questi riferimenti potrebbero scoraggiare tanti di voi che temono i romanzi storici, ma vi assicuro che quello di Ruta Sepetys, per quanto storicamente accurato, non subisce il peso del tempo tragico in cui è ambientato. Bensì fa delle ambientazioni il suo punto forte, tessendo ad ampie maglie la storia toccante e tragica di un manipolo di ragazzi alla disperata ricerca della libertà, che nel loro viaggio della speranza trovano spazio per l'amore, l'amicizia, i sorrisi e la gioia di essere in vita. Anche quando tutto sembra ormai perduto.
Poetico, corale, toccante e dolcissimo, "Ci proteggerà la neve" è un avvincente inno alla speranza, ma anche un manifesto di uno dei più tremendi capitoli della nostra storia. Tutti dovrebbero averlo nella propria libreria. Recensirlo per me non è cosa facile, difatti pur avendolo letto mesi fa solo oggi sono riuscita a mettere i miei pensieri nero su bianco. Perché, come ho detto, certi romanzi sono esperienze che ti mettono sottosopra i pensieri e ritrovarne il bandolo può essere arduo.


Che cosa erano diventati gli esseri umani? Era la guerra a renderci malvagi o si limitava ad attivare il male latente dentro di noi?

Ruta Sepetys ha un dono: quello della poesia più pura e disarmante, con cui riesce a dipingere con pennellate vivaci e cariche, le storie di personaggi incredibili, che ti restano impresse nella mente come quadri di cui è difficile dimenticarsi. Quando un simile dono viene affiancato al coraggio di voler far luce su eventi storici tanto sconosciuti quanto drammatici, il risultato non può che essere eccezionale. 
"Ci proteggerà la neve" non è solo uno dei romanzi storici YA più belli che abbia mai letto, ma anche uno tra i più illuminanti, poiché la vicenda di cui narra, ovvero l'affondamento nel Mar Baltico del transatlantico Wilhem Gustloff su cui persero la vita diecimila civili in cerca di libertà, è sconosciuta ai più. Eppure è un avvenimento reale, che ha falciato vite e mietuto sogni, affogato segreti, cancellato sorrisi. 
A raccontarcelo sono le voci di quattro protagonisti, che attraverso brevi ma incalzanti capitoli in cui si alternano i loro punti di vista, si fanno strada nel cuore del lettore, catturandolo in una morsa. L'infermiera Joana, tormentata dai sensi di colpa e determinata a lasciarsi la guerra alle spalle; Emilia, quindicenne cresciuta in fretta, con un bambino in grembo e troppi ricordi da cancellare; Florian, lo sfuggente sognatore con una valigia piena di segreti da proteggere e Alfred, soldato fedele al Furer nonostante gli orrori di cui si è macchiato in suo nome. Le loro storie, i loro segreti, i loro misteri, i loro amori e i loro tormenti riempiono le pagine di struggente e poetica meraviglia.
Alcuni di essi sono eroi, come l'inarrestabile Emilia, forte come una tempesta nella sua fragilità di ragazzina, o come Florian, i cui segreti sono proporzionali alla sua purezza d'animo, o come Joana, pronta a tutto pur di aiutare i suoi compagni sventurati. Altri sono carnefici, come Alfred. Tutti, però, sono capaci di lasciare in qualche modo un segno indelebile, perché semplicemente ignorare la bellezza di un simile romanzo è impossibile.


Gli assassini non sempre uccidono. Spesso non hanno nemmeno del sangue sulle mani.

Un libro che è un vero gioiello, capace di ferire con l'atrocità della guerra e delle sue conseguenze, ma anche di lenire le ferite con sentimenti di pura e semplice gioia. La gioia che scaturisce dall'unione di tante vite diverse, che anche nelle difficoltà riescono a darsi forza e a trovare la bellezza delle piccole cose. Questo è quel genere di libro che è croce e delizia, che ti fa rivalutare il valore di ogni cosa, di ogni lacrima versata, di ogni sorriso e li veste di una nuova importanza e nuova meraviglia. Per questi motivi non posso che implorarvi di leggerlo, senza pregiudizi, senza timore, ma con la consapevolezza che vi regalerà così tante emozioni da dover trovare un altro cuore a cui donarle. 
Certo, si tratta di un romanzo che sa far male, con la sua narrazione potente e senza mezze misure, con le sue ambientazioni soffocanti e le struggenti storie dei protagonisti. Ma è un dolore che genera ispirazione, non vuoti impossibili da colmare. Poiché vivere certi avvenimenti attraverso gli occhi di personaggi forti come Emilia, Florian, il Poeta, Joana o il bambino smarrito, cambia qualcosa dentro. Le loro storie, per quanto fittizie, fanno luce su eventi realmente accaduti e purtroppo taciuti per lungo tempo. Perciò le loro voci rappresentano, in qualche misura, una sorta di eredità dei sogni e dei desideri di chi ha davvero intrapreso quel viaggio della speranza. Alla ricerca della normalità anche nell'inferno della guerra e che, nonostante tutto, sognavano fortissimo. E lo facevano a discapito dell'orrore subito, delle perdite e delle rinunce, della morte che incombeva tutt'intorno a loro. 
Non mentirò dicendo che questa è una lettura da fare a cuor leggero. Ma vi assicuro che che tra le pagine di questo romanzo troverete una forza e una dolcezza che non hanno pari e l'intreccio di tante vite che lasceranno un'impronta sui vostri cuori. Il tutto ambientato nel mezzo di una vicenda che merita di essere conosciuta fino al suo tragico e dolceamaro epilogo.



Verdetto: bello da far male

11 commenti:

  1. Gli assassini non sempre uccidono. Spesso non hanno nemmeno del sangue sulle mani.

    Direi che questa frase racchiude in pieno ciò che è successo in quegli anni brutali che non vanno assolutamente dimenticati!
    Ogni vittima merita di essere ricordata!!!
    E pensare che ai nostri giorni non stiamo messi meglio...

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    1. Putroppo ciò che dici è vero e questo libro si batte perché il messaggio "ogni vittima merita di essere ricordata" passi in modo prepotente!

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  2. Devo assolutamente leggerlo.
    Dell'autrice ho già in casa Avevano spento anche la luna e, anni fa, avevo molto amato Una stanza piena di sogni. :)

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    1. Leggilo! E io devo assolutamente recuperare i due libri precedenti, perché sono sicura che mi strapperanno il cuore.

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  3. Non ho letto ancora nulla dell'autrice, ma con questo libro c'è stata una sorta di colpo di fulmine XD Prevedo che mi piacerà molto!

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    1. Leggilo e poi fammi sapere! Merita davvero, davvero, davvero!

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  4. Adoro le storie sulle persecuzioni degli ebrei, ho visto tanti film e documentari... ma non ho mai letto libri...questo potrebbe essere il primo. Grazie
    Glinda per questa recensione, bella come sempre.

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    1. Questo è anche di più che un libro sulla persecuzione degli ebrei, perché appunto sono tanti i rifugiati che fuggono dal Nazismo, ma anche degli alleati. Per questo è unico e bellissimo. Grazie a te Simo, sempre così dolce <3

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  5. messo tra i post più belli letti la settimana scorsa https://haylin-robbyroby.blogspot.it/2017/01/top-of-post-30-gennaio-2017.html

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    1. Grazie mille Robby, sei un tesoro. Ti abbraccio forte :)

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