Atelier dei Libri: Recensione, Il giardino degli eterni, Dolce veleno, di Lauren DeStefano.

sabato 28 maggio 2011

Recensione, Il giardino degli eterni, Dolce veleno, di Lauren DeStefano.

Recensione molto attesa quella che sto per offrirvi. Il giardino degli eterni di Lauren DeStefano è un libro di cui vi ho molto parlato su Atelier, e la cui uscita è stata accolta con molto entusiasmo da parte di voi lettori, e da me ovviamente. Ho letto con avidità ogni pagina di questo romanzo Young Adult che cavalca l'onda Distopica che ha invaso la letteratura mondiale, e pur essendo perplessa riuguardo alcuni punti, credo di essere pronta a darvi il mio personale parere in merito.

Titolo: Il giardino degli eterni - Dolce veleno
Autore: Lauren De Stefano
Editore: Newton Compton 

Traduzione: Chiara Baffa  
Data uscita: 7 aprile 2011
Prezzo: 14.90€
Pagine:320
Il mio voto:


Rhine ha sedici anni ed è bellissima. Ma è condannata a un destino terribile: morirà il giorno del suo ventesimo compleanno. E, come lei, tutti i ragazzi che vivono sulla Terra in un futuro non troppo lontano. Nel tentativo di trovare una cura per il cancro, infatti, un gruppo di scienziati ha finito per condannare la razza umana a una vita brevissima: vent’anni per le donne e venticinque per gli uomini. Anche l’avvenenza di Rhine rappresenta un pericolo: in questo mondo in  decadenza, le ragazze più belle vengono rapite e date in spose ai Governatori, una casta di uomini ricchi e potenti.
Rinchiusa in una lussuosa dimora, Rhine passa i suoi giorni pensando a un modo per scappare e tornare alla libertà.  Soprattutto da quando ha scoperto che la gabbia dorata in cui è prigioniera nasconde uno sconvolgente segreto: nei sotterranei vengono compiuti agghiaccianti esperimenti sugli esseri umani. Nel suo folle piano di fuga, sarà aiutata da un affascinante coetaneo incontrato durante la sua reclusione. Ma il tempo stringe e la libertà sembra sempre più lontana...

La mia recensione

Provate a immaginare di vivere in un mondo popolato quasi esclusivamente da  bambini, adolescenti e giovani adulti, le cui aspettative di vita sono etichettate con una data di scadenza irreversibile. Questo è il mondo in cui vive Rhine, sedici anni, un occhio verde e uno marrone e un fratello gemello che è tutta la sua famiglia. Rhine sa che le restano solo quattro anni di vita, poi il virus la colpirà e la ucciderà senza possibilità di scampo: le ragazze del suo mondo  possono vivere solo fino al ventesimo anno. I ragazzi invece possono permettersi qualche anno in più, e abbandonare la loro vita mortale al compimento del venticinquesimo anno di età.  La DeStefano ha creato un universo in cui la volontà di curare ogni malattia e creare l'uomo perfetto in grado di vivere in salute fino alla fine dei propri giorni, ha dato il via a una serie di esperimenti medici. Tali sperimentazioni hanno avuto un buon esito, infatti esiste una "prima generazione" sana, forte e in grado di vivere sino alla vecchiaia, ma c'è anche il rovescio della medaglia: i figli della prima generazione vengono attaccati da un implacabile virus che stronca le loro vite inesorabilmente.

Il romanzo, scritto in prima persona e al presente storico, segue la vita di Rhine dopo essere stata fatta prigioniera e data in moglie a un giovane Governatore di nome Linden. Il destino della protagonista, se pur orribile, non è affatto insolito, anzi. In un mondo in cui non esistono adulti, infatti, il mantenimento della specie attraverso la procreazione è una priorità assoluta: i bambini rappresentano l'unica speranza per la ricerca di un antidoto che possa debellare il terribile virus che rischia di estinguere la specie umana. A tal proposito la poligamia è stata legalizzata, e i maschi benestanti fanno di tutto per accaparrarsi mogli giovani con cui procreare e vivere sino alla precoce morte.
Anche Linden, pur essendo un uomo gentile e premuroso, è poligamo; altre due ragazze hanno condiviso, infatti, la sventura della protagonista: la tredicenne Cecily, e la diciottenne Jenna, che dopo il matrimonio diventeranno sue sorelle-spose. Vivremo attraverso Rhine una sequela di avvenimenti agghiaccianti, soprattutto nella prima parte del romanzo, che mostrerà ampiamente come la morte, la sottovalutazione del libero arbitrio femminile, il maschilismo e la sperimentazione selvaggia siano, per il suo mondo, da considerarsi normali; mentre la liberà di amare e di compiere scelte personali rispetto al proprio corpo e alla propria vita, siano per le donne dei ricordi lontani.

Sin dai primi capitoli l'unico scenario del romanzo sarà la grande villa di Linden e di suo padre, il Comandante Vaughn,  in cui le giovani mogli vivranno in uno stato di parziale prigionia.  Questa scelta di ambientazione, se pur inizialmente risulti affascinante, relega il romanzo ad una sorta di routine che dopo qualche capitolo diventa un po' ridondante e noiosa, e soprattutto preclude la possibilità di conoscere il mondo distopico che in teoria dovrebbe esserci fuori. In ogni caso la vita di Rhine sarà circoscritta in quelle mura e ai giardini che le circondano, lontana dalla sua vera vita e dal suo gemello. Tutta via, vedremo Rhine legarsi inaspettatamente alle sue sorelle-spose,  con cui nasceranno dei rapporti molto saldi. Addirittura, la protagonista si troverà a vedere Linden sotto una luce diversa...
In realtà le spose più che delle prigioniere diventeranno delle pseudo-principessine: servite e riverite in tutto. Ma sotto quella facciata di perfezione la villa nasconde macabri segreti che strisciano nei sotterranei, e hanno l'odore della morte e del sacrificio, odore che nessun privilegio potrà cancellare. Nella villa non esiste libertà, e occhi malvagi e indagatori spiano ogni movimento delle giovani spose. L'unico obiettivo di Rhine è la fuga, e l'inaspettata attrazione che nascerà nei confronti di Gabriel, giovane servitore, darà vita a una coalizione che li porterà verso la libertà... o verso la morte.

Lo stile di Lauren DeStefano è poetico, penetrante e molto pittoresco. La sua abilità descrittiva dà quasi l'illusione di trovarsi di fronte a uno dei tanti ologrammi che decorano la villa. La storia è toccante, spesso forte e lontana dai classici temi Young Adult: spose bambine che in tenera età partoriscono dei piccoli condannati a morte, e giovani adolescenti consapevoli che a breve moriranno con dolore. Indubbiamente se si dimentica il lato distopico il romanzo è capace di coinvolgere e catturare i lettori, preferibilmente di sesso femminile, di tutte le età e sollevare tematiche importanti quali il sessismo e l'etica. Purtroppo però il lato distopico non può essere dimenticato. I riferimenti al mondo esterno, alla politica mondiale, alle dinamiche sociali ed economiche sono davvero troppo risicati. Immagino che nell'arco di ben 11 mesi passati nella villa, spesso in solitudine, Rhine avrebbe potuto spiegare di più su ciò che ha condotto l'umanità allo stato attuale delle cose! Putroppo io ho un problema di fondo con i libri distopici che poi dimenticano di essere tali, perdonatemi.
Altra pecca, come ho accennato in precedenza, è l'inevitabile routine che si crea con il continuo passare dei giorni: la vita si appiattisce e sono pochi gli avvenimenti di rilievo che riescono a scuotere realmente il lettore, rischiando così di rendere davvero noioso il romanzo. Anche la fuga, tema centrale dei pensieri di Rhine, trova pochissimo spazio. Fondamentalmente Il giardino degli eterni è un libro introspettivo, con delle premesse interessanti e una storia accattivante e poetica, che riesce a essere magnetica pur non essendo stata gestita al meglio dall'autrice. In ogni caso il finale lascia molto ben sperare per il libro futuro, che probabilmente colmerà le lacune di cui il primo è stato vittima.

Verdetto: è una lettura riflessiva e poetica, che consiglio solo a un pubblico che non pretende azione e dinamismo in un libro.

3 commenti:

  1. Come sempre un'ottima recensione ma, visto che non consigli il libro a un pubblico che pretende azione e dinamismo mi tocca proprio passare.

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  2. Questo sembra essere il libro per me! Grazie mille per la recensione! :)

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