Atelier dei Libri: Recensione, La spada del Destino di Andrzej Sapkowski

domenica 8 maggio 2011

Recensione, La spada del Destino di Andrzej Sapkowski

La domenica regala sempre qualche momento di libertà, consentendomi di dedicarmi a qualche nuova recensione! Oggi vi parlerò di un libro meraviglioso, secondo volume di una saga di genere Fantasy che è approdata in Italia grazie alla Nord! Si tratta de La spada del destino di Andrzej Sapkowski, romanzo che segue le gesta dell'affascinante Geralt, personaggio ineguagliabile che mi ha rapito il cuore sin dall'uscita del gioco per pc The Witcher. Consiglio davvero a tutti i gli amanti del Fantasy di gettarsi a capofitto nella saga di The Witcher, e vi assicuro che non ne rimarrete delusi.

Titolo: La spada del Destino
Autore: Andrzej Sapkowski 
Traduzione: Belletti R.
Prezzo: € 18,00 
Editore: Nord 
Pagine: 450 
Il mio voto:


Geralt di Rivia è uno strigo, un assassino di mostri. Ed è il migliore: solo lui può affrontare un basilisco, sopravvivere a un incontro con una sirena, sgominare un’orda di goblin o portare un messaggio alla regina delle driadi, fiere guerriere dei boschi che uccidono chiunque si avventuri nel loro territorio. Geralt però non è un mercenario senza scrupoli, disposto a compiere qualsiasi atrocità dietro adeguato compenso: al pari dei cavalieri, ha un codice da rispettare. Ecco perché re Niedamir è sorpreso di vederlo tra i cacciatori da lui radunati per eliminare un drago grigio, un essere intoccabile per gli strighi. E, in effetti, Geralt è lì per un motivo ben diverso: ha infatti scoperto che il re ha convocato pure la maga Yennefer, l’unica donna che lui abbia mai amato.
Lo strigo sarà dunque obbligato a fare una dolorosa scelta: difendere il drago e perdere Yennefer per sempre, o infrangere il codice degli strighi pur di riconquistare il suo cuore… 



La mia recensione


Quanti di voi abbiano già letto "Il Guardiano degli Innocenti" o giocato al videogioco "The Witcher", tratto direttamente dall'opera di Andrzej Sapkowsky, conoscono bene Geralt di Rivia, e sapranno altrettanto bene che nel mondo da cui egli proviene non ha bisogno di presentazioni: il suo nome e le sue imprese risuonano nelle ballate e nelle leggende di molti reami.
Geralt è uno Strigo, un assassino addestrato fin da piccolo al combattimento, alla magia e all'alchimia, sopravvissuto al terribile Rituale delle Erbe, un rito di passaggio a cui ogni bambino affidato al clan degli Strighi deve sottoporsi, e grazie al quale ha acquisito le eccezionali doti fisiche indispensabili per chi, come ogni Strigo, dedica la propria vita alla caccia e all'uccisione dei terribili mostri che infestano ogni continente.
Eppure, nonostante quasi nove bambini su dieci non riescano a sopravvivere al Rituale delle Erbe, pochi oserebbero definirla "fortuna", perché ogni strigo paga a caro prezzo le proprie abilità. Geralt ora è un mutante, e seppure le sue doti di uccisore di mostri siano richieste da molti sovrani e tutori dell'ordine, al di fuori delle sue mansioni di sicario viene considerato poco più che un reietto, un vagabondo pericoloso e sgradito, portatore di guai e accompagnato spesso da un alone di superstizione e razzismo che lo costringe a vivere la sua vita come un ramingo, in giro per i reami alla continua ricerca di incarichi che gli permettano di sopravvivere.

Ma il mondo di Geralt attraversa dei tempi turbolenti, in cui il dominio degli uomini e le loro tentacolari città si espandono sempre di più. I mostri che Geralt era abituato a combattere nei fitti boschi e nelle grotte sono quasi estinti, soppiantati da nuove creature in grado di proliferare negli ambienti colonizzati dagli uomini, infestando discariche e fogne. Le antiche razze intelligenti che ancora occupano i territori selvaggi e rifiutano di scendere a compromessi con gli umani, reagiscono alla minaccia della loro espansione con ostilità e violenza, bruciando tutti i ponti e chiudendosi nell'isolamento. Geralt non può fare a meno di convivere con gli umani, ma il suo codice etico gli impedisce di nuocere a creature intelligenti, seppur pericolose, come le driadi o i draghi. Questa condizione lo rende uno dei rari punti di contatto tra due mondi sempre più distanti e avversi, ma il ruolo di tramite non è facile, soprattutto per chi come Geralt sa che le due fazioni sono destinate a combattere fino alla morte, e nemmeno lui può opporsi al destino.


Così come "Il Guardiano degli Innocenti", anche questo capitolo della saga non è raccontato in forma lineare, ma è un insieme di racconti che narrano le avventure di Geralt, le quali sebbene distanti nel tempo e nello spazio, saranno tenute insieme da un filo conduttore che  ma che sarà facile seguire grazie all'abilità di Sapkowsky e all'aiuto di alcuni temi e personaggi ricorrenti, come Ranuncolo, l'estroso bardo rubacuori che accompagnerà Geralt in molte peripezie con la lealtà di un vero amico. Le imprese di Geralt saranno molte e di varia natura: tutte vedranno lo Strigo alle prese con pericoli insidiosi e creature fantastiche e misteriose, così come in ognuna lo Strigo si ritroverà alle prese con dei dilemmi morali che toccano dei temi molto attuali: la discriminazione, le prevaricazioni, l'amore e l'ineluttabilità del destino.

Dopo aver letto "La Spada del Destino", appare chiaro il perché del successo internazionale delle opere di Sapkowsky. I punti forti del libro sono tanti, uno su tutti sicuramente la magnifica costruzione del personaggio di Geralt, che si distacca dalla figura del tradizionale eroe fantasy senza macchia e senza paura, e grazie alla giusta dose di cinismo, incertezze e difetti, si presenta come un portagonista eroico in modo molto più "umano" e realistico. Anche il mondo creato dall'autore segue questa linea, tenendosi ben lontano dalle tipiche contrapposizioni tra bene e male. Nel mondo di Geralt esistono solo sfumature di grigio. Nessuno è del tutto innocente, i giusti sono costretti a scendere a compromessi e persino il più malvagio antagonista a volte agisce seguendo dei propositi degni di rispetto. La grande abilità di Sapkowsky risiede nella grande capacità di catturare e intrattenere il lettore con storie emozionanti riuscendo insieme a divertirlo ma anche a suscitare delle domande di grande attualità, arricchendolo con qualcosa di più di un bel libro da esporre su uno scaffale.

Verdetto: Un libro imperdibile per gli amanti del buon Fantasy!

3 commenti:

  1. ho entrambi i volumi ma non sono ancora riuscita a leggerli.. cercherò di rimediare al più presto :)
    Fra

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  2. Idem. The Witcher mi è sempre saputo di Gothic-fantasy, perciò rientra nella mia giurisdizione e devo leggerli ;P

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  3. Lo leggerò a breve. Mi è piaciuto molto il personaggio di Geralt e sono molto curiosa di vedere come saranno i veri e propri romanzi :)

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