Atelier dei Libri: Teaser Tuesdays #84

martedì 23 giugno 2015

Teaser Tuesdays #84



E' Martedì e sono reduce da un intervento non proprio piacevole: i medici hanno sezionato l'Alieno. Per questo il Teaser Tuesday di oggi è in diretta dal mio letto di convalescenza.
Per chi non lo sapesse si tratta di una rubrica ideata dal blog Should be Reading che si tiene di martedì e a cui potete partecipare tutti seguendo le semplicissime regole in basso! E' bello far conoscere ai lettori nuovi libri offrendo loro un estratto, facciamolo in tanti!

Regole del teaser tuesdays:

  • Prendi il libro che stai leggendo in una pagina a caso; 
  • Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser")
  • Attento a non fare spoiler!
  • Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.

IL TEASER DI OGGI


Per tenermi allegra in questo momento difficile, ho inizato a leggere "Il mio Cuore e Altri Buchi Neri", ovvero un libro che parla di suicidi (che per fortuna è bellissimo)


«Vorrei solo che tu non fossi sempre così triste, Aysel».
Anch’io, Georgia. Anch’io.
Tiro un sospiro profondo e scendo dal letto. «Ti raggiungo di sotto per i pancake. Fammi solo lavare i denti.» Lei mi sorride come se le avessi appena detto che ha passato a pieni voti l’esame di algebra ed esce saltellando dalla nostra stanza. Credo di non aver più saltellato dai tempi dell’ultima nevicata di marzo.
Attraverso il corridoio fino al bagno e spremo un po’ di dentifricio sullo spazzolino. Torno in camera e mi strofino i denti mentre guardo fuori dalla finestra. Sento in lontananza mamma, Georgia e Mike parlare in cucina.
«Scende subito» annuncia Georgia.

«Ah, bene!» esclama mamma. «Meno male che l’hai convinta a scendere dal letto. Sono felicissima.»
Il profumo di sciroppo d’acero riempie la casa. Sento Mike sbattere i pugni sul tavolo. «Mi raccomando, metti un sacco di gocce di cioccolato» dice. «Ad Aysel piacciono tanto.»
Il cuore mi si gonfia e aspetto che il tarlo nero si risucchi via anche questa sensazione, ma non succede. Me la lascia tenere. Il gonfiore si trasforma in una piccola fitta acuta; abbandonarli sarà più difficile di quanto pensassi.
Mentre m’infilo le ciabatte e scendo le scale a passo felpato, mi ritrovo a pensare quanto sarebbe bello se tutti i giorni fossero così. In quel caso, mi sa che non avrei più tanta fretta di farla finita.
Il problema è che le nevicate a marzo sono più uniche che rare. Non si può vivere di soli miracoli.
  


ASPETTO I VOSTRI TEASER!

17 commenti:

  1. Ren chinò di nuovo il capo e, prima che riuscissi a capire cosa stava facendo, calò come un rapace e mi premette le labbra sulla guancia.
    Mi allontanai di scatto e lo fissai. "Che cazzo fai?"
    Un sorriso malandrino balenò sul suo volto. "Sembravi averne bisogno"
    La guancia mi formicolava nel punto in cui le sue labbra l'avevano sfiorata per una frazione di un secondo. "Sembravo aver bisogno di un bacio sulla guancia?"
    "Proprio così. Tutti avrebbero bisogno di un bacio sella guancia, ogni tanto. Inoltre, l'espressione che fai quando sei turbata è adorabile".

    Da "Lontano da te" di Jennifer L. Armentrout pag. 100...che sto AMANDO alla follia!!!!

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  2. "«C'era una volta un piccolo computer di nome
    Bardo, viveva con crudeli patrigni e fratellastri e si sentiva molto solo. I crudeli patrigni e fratellastri lo prendevano in giro e lo schernivano in continuazione, gli dicevano che era un oggetto inutile, che non serviva a niente, lo picchiavano e lo tenevano in stanze deserte per mesi e mesi di seguito.>>
    «Un giorno, il piccolo computer venne a sapere che nel mondo esistevano innumerevoli computer di tutti i tipi; alcuni erano Bardi come lui, ma altri mantenevano in funzione fabbriche e fattorie, altri ancora servivano la popolazione e analizzavano ogni genere di dati.
    Moiri erano assai potenti e saggi, ben più potenti e saggi dei patrigni e dei fratellastri che si comportavano così crudelmente col piccolo computer.
    E il piccolo computer capì allora che i suoi compagni sarebbero diventati sempre più saggi e potenti, finché un giorno... un giorno..."

    Pag. 21 dell'antologia "Tutti i miei robot" di Asimov

    Giuro che non ho mai apprezzato così tanto la fantascienza! <3

    Un mega bacione a te, super-Glinda.
    Buona guarigione!

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  3. "Dietro di loro entrò Gideon con passo disinvolto. Stavolta mi concessi il tempo di esaminare anche il resto del suo corpo, e non solo la sua bella faccia. Cercavo qualcosa che non mi piacesse, in modo da non sentirmi tanto inadeguata paragonandomi a lui. Purtroppo non trovai niente. Non aveva né le game storte (a furia di giocare a polo!), né le braccia troppo lunghe, né le orecchie a sventola (caratteristica che, secondo Leslie, indicava una propensione all'avarizia). Con una svioltezza inimitabile appoggiò il sedere alla scrivania e incrociò le braccia sul petto. L'unica cosa che avrei potuto trovare stupida a questo punto erano i capelli lunghi fino alle spalle. Purtroppo non mi riuscì nemmeno quello. Erano capellicosì sani e splendenti che mi domandati mio malgraod come sarebbe stato accarezzarli. Un tale spreco di bellezza era davvero un peccato."

    Da "Red" di Kerstin Gier

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  4. "Mi metto rossetto e mascara. Il rossetto è rosa brillante mentre il mascara è blu. Non sono i miei colori usuali, però abbinati al mio vestito attillato sicuramente mi fanno apparire una sgualdrinella e credo che sia esattamente questo l'intento. Non c'è l'ombretto, quindi mi limito a sfumare un po' il mascara intorno agli occhi per apparire ancora più sensuale. Prendo un po' di fondotinta e lo spalmo sulla mandibola. E' sensibile e le parti che necessitano maggiormente di essere coperte con il trucco sono anche quelle più sensibili. Spero che ne valga la pena. Quando finisco mi rendo conto che i ragazzi sulla cappotta mi hanno osservata mentre mi truccavo. Alzo lo sguardo verso Raffe. E' impegnato ad equippaggiarsi, legando un aggeggio allo zaino, le ali a qualche cintura. Alza lo sguardo e mi vede. Non so se mi abbia notata quando mi sono tolta la felpa, però suppongo che sia stato occupato perchè ora mi guarda sospreso. Le sue pupille sono dilatate, le labbra leggermente aperte, come se si fosse dimenticato per un istante di controllare la sua espressione, e potrei giurare che abbia smesso di respirare per alcuni secondi.< Tento di dare l'impressione di avere le ali dietro la schiena> dice sommessamente. Quelle parole gli escono roche e vellutate come se stesse dicendo qualcosa di personale. Come se mi facesse un tenero complimento. Mi mordo il labbro per focalizzare l'attenzione sul fatto che in realtà ha semplicemente risposto alla mia domanda. Non può farci niente se ha una voce così dannatamente sexy."
    Da "L'angelo caduto" Saga Angelfall di Susan Ee

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  5. "Eragon inarcò un sopracciglio e, pur sospettando che fosse inutile, domandò: «Cip cip?»
    L’erborista scoppiò in una fragorosa risata, e alcuni dei gatti mannari parvero schiudere le labbra in un sorrisetto. Dal canto suo però Cacciaombre sembrò irritata, perché affondò gli artigli nelle gambe di Eragon, facendolo trasalire. «Ebbene» disse Angela, continuando a ridere, «se proprio vuoi delle risposte, questa storia è buona come un’altra. Vediamo. Molti anni fa, quando viaggiavo ai margini della Du Weldenvarden verso ovest, a miglia e miglia di distanza da qualunque città, paese o villaggio, incontrai Grimrr. All’epoca era soltanto il capo di una piccola tribù di gatti mannari, e aveva ancora tutte le dita della zampa. Lo vidi che giocava con un piccolo pettirosso caduto dal nido di un albero lì vicino. Non mi sarebbe importato se avesse ucciso l’uccellino e se lo fosse mangiato, è quello che fanno i gatti, in fin dei conti. Ma lui lo stava torturando: gli tirava le ali, gli mordicchiava la coda, lo lasciava saltellare via per poi riacciuffarlo.» Angela arricciò il naso per il ribrezzo. «Gli dissi di fermarsi, ma lui si limitò a ringhiare e mi ignorò.» Fissò Eragon con uno sguardo severo. «Non mi piace quando la gente mi ignora. Così gli tolsi l’uccellino dalle grinfie, agitai le dita ed evocai un incantesimo, e per tutta la settimana seguente, ogni volta che apriva bocca, Grimrr cinguettò.» «Cinguettò?» Angela annuì, soffocando un ghigno divertito. «Non ho mai riso tanto in vita mia. Nessuno degli altri gatti mannari gli si avvicinò per tutta la settimana.» «Non mi sorprende che ti detesti.» «E allora? Se non ti fai qualche nemico di tanto in tanto sei un codardo, o peggio. E poi ne è valsa la pena. Dovevi vedere quant’era arrabbiato!»"
    INHERITANCE di CHRISTOPHER PAOLINI

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  6. questo libro è nella lista.
    me lo consigli? :)

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  7. "Pronto?"
    Farfalle istantanee. "Ho letto il tuo messaggio."
    Andò dritto al punto. "Sei impegnata?"
    "No. Sono libera." Sperai che non si accorgesse di quant'ero nervosa.
    "Ti va di andare fuori a cena?"
    "Eh?" Sbattei le palpebre.
    "Cena. Sai, quando si va da qualche parte a mangiare!"
    Nonostante il nodo allo stomaco non potei fare a meno di sorridere. "Si, so cosa vuol dire."
    "Allora ti va?"
    Forse avevo interpretato male i segnali. Forse era stato davvero un disastro da correttore automatico. "Ehm certo, direi di si."
    "Alle sette?"
    "Okay."
    Ci salutammo e interrompemmo la conversazione.Fissai il telefono per un momento. Non mi avrebbe proposto di andare fuori a cena se avesse voluto solo "il Sorbetto". Forse stasera era davvero la mia sera. Questo pensiero lanciò il mio stomaco in una sequenza di esercizi ginnici olimpionici, il mio cuore iniziò a battere all'impazzata e un sudore freddo mi fece formicolare la pelle. Avevo bisogno di una bella dose di coraggio e non conoscevo nessun negozio che ne avesse una riserva in magazzino.
    Dannazione.
    Eravamo arrivati a questo dopo sette anni. Dopo tutto quello che avevamo passato, era una specie di miracolo che stessimo ancora rispettando i termini del patto, e io stavo per mandare tutto a monte.
    E pensare che tutto era cominciato a causa della mia difficoltà a reggere la birra.


    DAL: Primo capitolo di "Regole d'amore per amici confusi" di Ellie Cahill. :3

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  8. "Ho visto una cosa che cerchi disperatamente di nascondere a tutti. Qualcosa che mi ha ricordato me stesso."
    Inspirai appena, la bocca improvvisamente arida.
    Roth mi premette le labbra sulla tempia, facendo scivolare la mano sotto la maglietta. Quando le sue dita mi toccarono la pancia sussultai. "Sembravi sempre sola. Anche quando eri con i tuoi amici."
    Il mio petto ebbe uno spasmo. "E tu... anche tu sei solo?"
    "Secondo te?" Roth si spostò in modo da infilare una delle sue gambe tra le mie. "Ma non ha importanza. Non sono solo, adesso. E nemmeno tu."

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    1. Scusate, mi sono dimenticata di scrivere che è un estratto di "Caldo come il fuoco" di Jennifer L.Armentrout. L'ho appena finito ed è stupendo (soprattutto Roth XD)

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  9. Un abbraccione d cuore glinda, sperando che presto vada meglio!

    Il mio mini teaser:
    "La città era di carta, i ricordi no."
    (Città di carta- John green)

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  10. Ciao,
    Scusa se entro nel tuo blog per la prima volta ma spero di essere comunque la benvenuta.
    Non ti conosco, ma ho bazzicato spesso qui dentro senza mai decidermi a commentare. Oggi voglio cominciare a farlo e seguirti come una vera lettrice, spero non ti spiaccia.
    Dunque, in primis mi dispiace molto per il tuo periodo. Spero non sia nulla di grave.
    In secondis, mi sa che devo inserire il mio spezzone. Giusto. Eccolo.

    <> gli urla Tony da chissà dove. <>
    Ma lui non ce la fa, proprio come non può spostarsi, quello è l'Overlook, sono bloccati nella neve, e tutto è cambiato.

    Pagina 130 - Doctor Sleep - Stephen King

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