Atelier dei Libri: Teaser Tuesdays #71

martedì 29 aprile 2014

Teaser Tuesdays #71



Torna l'appuntamento con Teaser Tuesdays rubrica ideata dal blog Should be Reading, che posto ogni martedì. 


Le regole sono semplicissime e tutti possono partecipare e condividere con i propri teaser! 

Ecco le regoline!

  • Prendi il libro che stai leggendo in una pagina a caso; 
  • Condividi un breve spezzone di quella pagina ("Teaser")
  • Attento a non fare spoiler!
  • Riporta anche il titolo e l'autore così che i tuoi lettori possano aggiungere il libro alla loro wishlist se sono rimasti colpiti dall'estratto.

Andiamo un po' a vedere cosa ho scovato io oggi!

Oggi un estratto da "Afterlife" di Sthepenie Hudson, che sto leggendo da secoli e non riesco a finire, perché è lentissimo. Non so, continua ad affascinarmi vagamente, ma ho una mezza idea di mollarlo.


«Fammi vedere» mi ordinò, avvicinando la mano alla mia testa.
Pensai che sarei morta di vergogna. Continuavo a ripetere tra me e me: Ti prego, no, ti prego, no.
Per un secondo, Draven si bloccò, come se avesse udito la mia supplica. Mi prese il mento con due dita e lo sollevò per osservarmi. Dovevo avere le guance in fiamme. Riluttante a guardarlo negli occhi, presi a fissare un punto sulla sua spalla. Ma lui non si fermò, si spostò verso il livido e scostò i capelli. Mi morsi il labbro così forte che per poco non mi ferii. Esaminò il taglio con delicatezza.
Draven sospirò e parlò in tono più dolce. «È una brutta ferita. Non dovresti stare qui, probabilmente hai subito un trauma cranico.»
Perfetto, ci si metteva anche lui. Non vedevo l’ora di raccontarlo a Libby, visto che lei e Draven erano d’accordo su una cosa. Poi mi ricordai che ancora non le avevo detto che lavoravo nel privé.
Non volevo mollare, non a quel punto. Cercai di farmi coraggio. «Sto bene, mi rimane solo un’altra ora.» Feci per tornare dentro, ma non mi ero accorta che mi reggevo ancora in piedi soltanto perché mi ero appoggiata al muro. Non appena mi staccai, le gambe cedettero. Non caddi però, perché Draven mi prese al volo. Mi circondò la vita con un braccio e con l’altro mi strinse il fianco, spargendo sulla mia pelle scintille di piacere.
«Non credo proprio» osservò, con una punta di compiacimento.
Mi stava prendendo in giro?
Il top si era alzato e il tocco del suo braccio a contatto con la pelle nuda mi fece sciogliere. Chiusi gli occhi e mi abbandonai completamente. Draven mi prese tra le braccia e mi sollevò, tenendomi vicina a sé.
Ero talmente imbarazzata che iniziai a protestare. Scuotevo la testa lentamente e dicevo con voce debole: «No, è passato... ora posso camminare, davvero».
«Stai tranquilla. Ti porto a casa.»
Mi guardò con occhi colmi di apprensione. Era la prima volta che vedevo quel suo lato tenero, che lo rendeva decisamente diverso, ma sempre sexy. Presto conclusi che doveva trattarsi di un sogno. Perché un uomo importante come Draven avrebbe sprecato il suo tempo a occuparsi di me? Sicuramente mi ero addormentata nello stanzino. Speravo solo che fosse Karmun a trovarmi e non qualcun altro.
Eppure sembrava reale, e in sogno non avrei sentito tutto quel dolore. In qualche modo mi accorsi che non eravamo più da soli. Sentii Draven dare ordini a qualcuno, mentre ero ancora accoccolata tra le sue braccia. Braccia robuste, che sembravano fatte d’acciaio. Mi chiesi se Lois Lane si sentiva così tra le braccia di Superman. Qualsiasi altra persona si sarebbe già stancata e mi avrebbe messa giù.
Riuscivo a distinguere solo frammenti confusi di quanto veniva detto, e udii le parole “macchina” e “mio signore”.
   

Vi piace questo teaser? Aspetto i vostri!



10 commenti:

  1. Catello parla ma non lo seguo poiché sono troppo concentrata a evitare i suoi piccoli assalti. Mi sposto pian piano, guardo tra la gente nella speranza di individuare mio padre, il mio eroico genitore, l’unico che potrebbe salvarmi da questo bruttone con le mani invadenti e il riporto untuoso.
    «Sei più bella», mi dice Catello con gentilezza.
    «Tu no», rispondo io d’istinto con tatto esemplare.
    «Ho perso un po’ di capelli, vero?»
    «Nooo, ma che dici?»
    Scorgo la mamma che passa, è elettrizzata e si offre al mondo con l’atteggiamento benedicente di un papa. Presenta a coloro che non la conoscessero ancora la sua bellissima figliola quasi nuda, non io, Erika, che non stringe la mano di nessuno. Poi, in mezzo al caos, scorgo finalmente papà. Alzo una mano per chiamarlo, per farmi notare, e Catello ne approfitta: in due secondi mi ritrovo il suo braccio intorno alla vita e le sue dita avvinghiate al mio seno sinistro.
    Brutto maniaco pelato! Adesso lo eviro, giuro che lo eviro, gli spappolo le palle, gliele riduco in purè! Sto per farlo, e già godo al pensiero di sentirlo urlare per il dolore, quando qualcuno mi precede e mi salva.
    Non c’è dubbio, sono svenuta e sto sognando. Non può essere vero, perché se fosse vero la mia vita non sarebbe la schifezza che è, ma sarebbe un film, una favola rosa. E invece è vero, totalmente vero, incredibilmente vero! Luca si sporge verso Catello e gli sposta la mano, ho la sensazione che gli stritoli un polso, poiché il palpatore emette un gridolino.
    «Se la tocchi ancora ti frantumo i denti», gli dice, con un sorriso cortese, come se gli stesse dando un affettuoso consiglio.
    Fisso Luca mezza paralizzata, quasi aspettandomi di vederlo dissolvere da un secondo all’altro e di ritrovarmi l’artiglio di Catello sul capezzolo. E invece Luca rimane, mi prende per mano, mi invita a ballare. Sono io, questa? O è una principessa sul pisello, una Cenerentola che fra un po’ tornerà sguattera?

    Trent'anni e li dimostro di Amabile Giusti

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  2. Sembra molto interessante, aspetto però la tua recensione.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. "Ho imparato tanto dai miei genitori. Mi hanno insegnato quanto sia preziosa la vita,come non si debba mai darne per scontato nemmeno un secondo perché potrebbe essere l'ultimo. Mio padre mi ha sempre incoraggiato a essere me stessa,a battermi per ciò in cui credo e a seguire la mia testa anziché quella degli altri. Mi ha detto che le persone proveranno a farmi diventare uguale a loro,ma io non dovrò cedere,altrimenti,prima che me ne renda conto,ci saranno già riusciti. Mia madre,invece,be',lei mi ha sempre ripetuto che al mondo c'è molto di più di un lavoro da schifo,conti da pagare e regole sociali a cui piegarsi. Voleva che capissi che,al di là di quello che si dice,devo decidere io come vivere. Solo io posso scegliere la mia strada. Solo io posso rendere la mia vita memorabile ed evitare che sbiadisca sullo sfondo di altri insignificanti. E' una scelta mia e solo mia. [...] E non importa quello che succederà o chi perderò,perché la tristezza non dura per sempre."
    "Il confine dell'eternità" di J.A. Redmerski.

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  5. Glinda, Afterlife è terribile. Uno spreco di tempo. :| bah!

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  6. "Allora per te questi anelli valgono tanto che, se te li portiamo, tu rischieresti di farlo arrabbiare?" chiese Alec.
    La Regina si limitò a fare un sorriso languido e carico di promesse. "Penso che per oggi possa bastare" disse. "Fate ritorno da me con gli anelli e ne riparleremo."
    Clary esitò, voltandosi per guardare prima Alec e poi Isabelle. "Siete d'accordo? Rubare all'Istituto?"
    "Se significa trovare Jace..." fece Isabelle.
    Alec annuì. "A ogni costo."
    Clary si girò di nuovo verso la Regina, che la guardava con sguardo impaziente. "Allora direi che abbiamo trovato un accordo."
    La Regina si stiracchiò e sul suo viso le comparve un sorriso soddisfatto. "Arrivederci, giovani Shadowhunters. Ma prima un monito, benché non abbiate fatto nulla per meritarlo. Ponderate con attenzione l'opportunità di dar la caccia al vostro amico. Perché accade sovente, con ciò che viene perso e ritrovato, che lo si scopra diverso da come lo si è lasciato..."

    Tratto da SHADOWHUNTERS. CITTA' DELLE ANIME PERDUTE di Cassandra Clare pag. 45

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  7. Non sono una brava traduttrice, quindi il pezzo che ho scelto te lo copio in inglese :)

    “The professor leaned forward. “But there’s nothing more profound than creating something out of nothing.” Her lovely face turned fierce. “Think about it Cath. That’s what makes a god—or a mother. There’s nothing more intoxicating than creating something from nothing. Creating something from yourself.”
    Cath hadn't expected Professor Piper to be happy about her decision, but she hdn't expected this either. She didn't think the professor would push back.
    “It just feels like nothing to me,” Cath said.
    “You'd rather take - or borrow - someone else's creation?”
    “I know Simon and Baz. I know how they think, what they feel. When I'm writing them, I get lost in them completely, and I'm happy. When I'm writing my own stuff, it's like swimming upstream. Or... falling down a cliff and grabbing at branches, trying to invent the branches as I fall.”
    “Yes,” the professor said, reaching out and grasping the air in front of Cath, like she was catching a fly.“That's how it's supposed to feel.”
    Cath shook her head. There were tears in her eyes. “Well. I hate it.”
    “Do you hate it? Or are you just afraid?”

    Rainbow Rowell, Fangirl

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  8. Wow, hai scelto un MAXI Teaser! Ti lascio il mio! Buona lettura e buona giornata a tutti Maria http://blogexpres.blogspot.it/2014/04/teaser-tuesdays-3-acquanera-di.html

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  9. Anche io sto leggendo un libro in lingua, però posto una traduzione approssimativa fatta da me:

    «Avete mai guardato un dipinto così a lungo che alla fine i colori si confondono e non sapete più distinguere cosa state guardando? Non c'è più forma, aspetto o figura, solo colore, solo vortici di vernice.» disse ancora Fern, e Ambrose lasciò che i suoi occhi si posassero sul viso che una volta aveva riempito la sua memoria in un posto molto lontano, un posto che la maggior parte dei giorni avrebbe preferito dimenticare.
    Bailey e Ambrose restarono in silenzio, cercando nuove facce nelle nuvole.
    «Penso che sia così anche per le persone. Quando le guardi per davvero, smetti di vedere un naso perfetto o dei denti diritti. Smetti di vedere le cicatrici dell'acne o la fossetta sul mento. Queste cose iniziano a sfocarsi e, all'improvviso, riesci a vederli, i colori, la vita dentro al guscio, e la bellezza assume un significato completamente nuovo.» Fern non smise di guardare il cielo mentre parlava, e Ambrose lasciò che i suoi occhi indugiassero sul suo profilo. Non stava parlando di lui. Stava soltanto riflettendo, meditando sulle ironie della vita. Si stava solo comportando da Fern.
    (da "Making Faces" di Amy Harmon)

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