L'estate, si sa, è il momento giusto per recuperare letture passate lasciate alle spalle e per dare seconde possibilità a libri che, magari, non ci avevano convinto al primo sguardo. Ecco perché ho approfittato del tepore estivo per immergermi nella lettura di Regina Rossa, primo romanzo della serie omonima di Victoria Aveyard, che ho acquistato in cartaceo per l'occasione. Se siete curiosi di sapere cosa ne penso, leggete pure la mia recensione spoiler-free!
Autrice: Victoria Aveyard
Pagine: 432
Il mondo di Mare Barrow è diviso dal colore del sangue: rosso o argento. Mare e la sua famiglia sono Rossi, povera gente, destinata a vivere di stenti e costretta ai lavori più umili al servizio degli Argentei, valorosi guerrieri dai poteri sovrannaturali che li rendono simili a divinità. Mare ha diciassette anni e ha già perso qualsiasi fiducia nel futuro. Finché un giorno si ritrova a Palazzo e, proprio davanti alla famiglia reale al completo, scopre di avere un potere straordinario che nessun Argenteo ha mai posseduto. Eppure il suo sangue è rosso… Mare rappresenta un'eccezione destinata a mettere in discussione l'intero sistema sociale. Il Re per evitare che trapeli la notizia la costringe a fingersi una principessa Argentea promettendola in sposa a uno dei suoi figli. Mentre Mare è sempre più risucchiata nelle dinamiche di Palazzo, decide di giocarsi tutto per aiutare la Guardia Scarlatta, il capo dei ribelli Rossi. Questo dà inizio a una danza mortale che mette un nobile contro l'altro e Mare contro il suo cuore.
Regina Rossa apre una nuova serie fantasy vivida e seducente dove la lealtà e il desiderio rischiano di esseri fatali e l'unica mossa certa è il tradimento.
La mia recensione
Nelle favole, la ragazza povera sorride estasiata, quando diventa principessa. In questo preciso momento, non so se tornerò mai a sorridere.
Ammetto di essere stata titubante all'acquisto di questo libro, perché la lettura dell'anteprima non mi aveva conquistato fino in fondo. Ma visto l'entusiasmo con cui la serie viene accolta da voi lettori italiani, non ho potuto che lasciarmi tentare e darle un'opportunità. Il risultato non è stato disastroso come temevo, ma nemmeno soddisfacente fino in fondo.
Il mondo a cui Victoria Aveyard ha dato vita magnetizza l'attenzione sin da subito, questo è innegabile. La distopia non ha perso il suo fascino e l'autrice ha saputo giocare bene le proprie carte presentando un universo accattivante e carico di possibilità.
Ma il libro risente molto del suo essere solo il primo in una serie e fa sentire la mancanza di un world building più netto e convincente. Avrei sperato, almeno, che il lato romance fosse meglio sviluppato, per sopperire alle mancanze della storyline principale, ma anche lì ho storto un po' il naso.
Insomma, come avrete intuito questa non sarà una recensione adorante, ma posso assicurarvi che non sarà nemmeno una stroncatura. In effetti Regina Rossa non mi ha né deluso né entusiasmato: si è fatto leggere senza troppe pretese, lasciandomi con un mezzo sorriso sulle labbra per il bel finale a effetto.
Le mie tre stelle chiariranno l'indecisione e il dualismo che ho vissuto durante la lettura del romanzo. Questo perché, in effetti, il libro presenta aspetti a cui proprio non so resistere e altri a cui, invece, non riesco ad accostarmi con serenità. Mi auguro che nei prossimi romanzi della serie, la Aveyard abbandoni l'inclinazione agli intrighi e ai drammi amorosi non proprio ben congeniati, e si concentri nello sviluppo del mondo in cui i personaggi si muovono, dando maggior rilievo a questioni ben più importanti che il colore dell'abito da indossare a corte!
Le mie tre stelle chiariranno l'indecisione e il dualismo che ho vissuto durante la lettura del romanzo. Questo perché, in effetti, il libro presenta aspetti a cui proprio non so resistere e altri a cui, invece, non riesco ad accostarmi con serenità. Mi auguro che nei prossimi romanzi della serie, la Aveyard abbandoni l'inclinazione agli intrighi e ai drammi amorosi non proprio ben congeniati, e si concentri nello sviluppo del mondo in cui i personaggi si muovono, dando maggior rilievo a questioni ben più importanti che il colore dell'abito da indossare a corte!
Una volta credevo che gli argentei fossero dèi intoccabili e che non si sentissero mai intimoriti, né spaventati. Ora so che è vero il contrario. Hanno trascorso talmente tanto tempo ai vertici della piramide, protetti e isolati, che si sono dimenticati di poter cadere. La loro forza è diventata la loro debolezza.
Come dicevo, il genere distopico ha pur sempre il suo fascino. Prendete un mondo allo sbando, mettete dei folli al suo comando, create una netta separazione tra classi e avrete un ottima base per un potenziale best-seller. Non stupisce dunque che l'universo in cui si muove la protagonista sembri esercitare una sorta di incantesimo a inizio lettura: dopo qualche riga di presentazione ci si trova a desiderare di conoscerlo e scoprirlo il più possibile.
A guidarci nei suoi meandri e Mare Barrow, che a diciassette anni conosce la fame e l'umiliazione, così come il dolore della guerra. Nel suo mondo, che non sembra poi così lontano dal nostro, il sangue è tutto: se quello che ti scorre nelle vene è argenteo, vuol dire che sei una divinità tra gli uomini; se è rosso significa che la tua sorte è segnata. Rossi e argentei vivono nella consapevolezza che un abisso li divide e che nulla potrà mai metterli sullo stesso piano. Mare è una Rossa e questo fa di lei uno scarto della società destinato a combattere una guerra che probabilmente la ucciderà, così come ha ucciso gran parte delle persone che ha conosciuto.
Se fosse stata un'argentea sarebbe stata ricca, la sua famiglia avrebbe prosperato, avrebbe avuto dei poteri straordinari che le avrebbero garantito un'esistenza epica e l'accesso alle ricchezze e alle conoscenze più impensabili.
Tuttavia, il destino, sa essere beffardo. Il suo cambia radicalmente quando in lei si manifesta un potere straordinario, così incredibile da essere persino precluso agli argentei. Così avrà inizio un'avventura che la porterà nella corte argentea, tra i monarchi che hanno ridotto la sua gente in schiavitù e ora le apriranno le porte del palazzo reale al fine di camuffare il suo essere diversa. Intrighi di corte, amori, tradimenti e conflitti saranno ora la sua nuova vita, ma riusciranno a farle dimenticare le sue origini?
È la nostra natura, direbbe Julian. Siamo fatti per distruggere. È la costante della nostra specie. Non conta il colore del sangue, l’essere umano continuerà sempre a cadere.
Victoria Aveyard sa come intrattenere e divertire. La mescolanza di azione, scene di lotta, complotti, intrighi e questioni morali, tiene alta l'attenzione e distraggono dai punti deboli. Ma, purtroppo, questo genere di distrazione ha funzionato con me solo fino a un certo punto.
Se da una parte ci si scopre affascinati dalla costruzione del mondo in cui la protagonista si muove, dall'altra diviene presto chiaro che il suddetto mondo non è altro che uno scenario sfocato e la cosa mi è dispiaciuta perché ne ero molto affascinata. In questo primo libro le ambientazioni appaiono troppo abbozzate, elementari, semplicemente funzionali a dare più spessore a quello che è il vero fulcro della storia. O almeno a quello che vorrebbe esserlo, cioè il lato romance.
Ora, chi mi segue sa che non disdegno del buon romanticismo, nemmeno quando questo offuschi quella che è la storyline principale. Ma, per quanto mi riguarda, questo genere di scintilla scatta nel momento in cui l'autore è riuscito a porre la giusta attenzione nella costruzione dei personaggi. Purtroppo, però, devo ammettere che né Mare, né i suoi molteplici pretendenti, mi sono apparsi convincenti.
Mare soffre moltissimo di un'immaturità di fondo che non fa spiccare il suo carattere se non per i lati più fastidiosi e frivoli. Parimenti i principi Cal e Maven, mi sono apparsi banali e stereotipati, così come lo è la situazione di tira e molla in cui vengono coinvolti. Tutti desiderano Mare, senza alcun motivo apparente e lei desidera un po' tutti senza neanche sapere perché, senza farsi troppi scrupoli a cambiare bandiera a seconda del vento. Questi intermezzi amorosi, dunque, non mi hanno convinta e non mi hanno distratta dai buchi nella trama e dalla carenza di caratterizzazione e di dettagli che predomina la narrazione. Mi aspetto più conflitti interiori, più ribellione, più domande da Mare. Mi aspetto di più dalla storia. In sostanza sospendo il mio giudizio fino alla lettura dei prossimi capitoli, nella speranza che certe lacune vengano colmate.
Verdetto: promettente
Livello sensualità: baci e carezze
Devo dire che mi hai fatto riflettere su alcuni aspetti che non avevo colto, ero troppo presa dalla storia per soffermarmi su storia e personaggi così al dettaglio, ero proprio coinvolta. Eppure quando ho letto il libro me lo sono goduto e mi è piaciuto molto. Ho proprio apprezzato la lettura. Mi ha lasciato perplessa il finale, ma so che ci sono dei seguiti quindi è anche normale che le cose siano lasciate a metà.
RispondiEliminaCiao! Da fiera sostenitrice della Aveyard quale sono, ti prego di andare avanti con gli altri libri, perché io li ho adorati con tutta me stessa (li ho sempre letti sia in italiano sia in inglese) e non mi capacito proprio di vedere che hai assegnato solo 3 stelle al primo capitolo di questa saga. Poi ovvio, i gusti son gusti... però fidati che non te ne pentirai!
RispondiEliminaPer me tre stelle sono comunque la sufficienza! Il libro mi è piacuto, ma non mi ha fatto innamorare. Sicuramente proseguirò la lettura!
EliminaCiao
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